venerdì 12 aprile 2013

Essere musicista oggi

Essere musicista oggi significa, innanzitutto, rientrare in quell'idea di musicista che è insita nelle persone. In sostanza devi nascere Uto Ughi (anche no, grazie, potessi scegliere...), oppure un Maurizio Pollini, devi nascere Oistrach, devi nascere Baremboim, Dudamel, Richter, Cziffra, Perlman, devi nascere tutta sta gente qua. Devi nascere già con lo smoking, già con lo strumento in mano, possibilmente uno Stradivari o un Bösendorfer. Nell'immagianrio collettivo, se non nasci "uno di questi" finisce che fai parte di quella cerchia che ha tentato. Ed ha fallito. Questi fantomatici detentori del più becero immaginario comune si chiedono ma...se già sapevi che avresti potuto fallire, chi te l'ha fatto fare a continuare avanti?
E allora tu devi spiegare a questa gente un po'del cazzo che queste persone non sono nate imparate; sì, da me si dice così. Non sono usciti dalla loro madre provvisti né di smoking né di strumenti molto molto  costosi. Devi spiegare che i loro percorsi didattici sono stati diversi da quelli odierni, fra cui anche quello più terroristico in cui se sbagliavi le note ti arrivava qualcosa per la testa, devi spiegare che sono nati in epoche diverse, devi spiegare loro che gli stranieri hanno la stessa propensione alla musica degli italiani per il calcio.
Adesso arriva il bello, il momento in cui devi spiegare come si fa a diventare gente così adesso. Allora devi spiegare che devi avere dei genitori (abbienti...) alle spalle che ti foraggiano innanzitutto i primi studi, poi i secondi, i terzi studi, tutti gli studi, comprese masterclass che costano un sacco di soldi con insegnanti che in definitiva non isegnano proprio un bel niente. Per non parlare dello strumento, mica puoi andare a suonare in giro col violino da 49,90 della Feltrinelli...eh ma non puoi lavorare per studiare? Certo, lavori 8 ore al giorno e poi te ne fai altre 8 di strumento...eh ma studi mentre ti sposti in treno. Certo, perché in treno mi porto un pianoforte, sempre.
Devi spiegare che stai sempre chiuso in casa, devi spiegare che la tua vita sociale non esiste e devi spiegare che lo studiare musica ti inquadra talmente tanto che riusciresti a dividere in quarti e ottavi e a solfeggiare anche il tuo libero arbitrio.
Poi arriva la frase "Ah, ma allora hai un tuo COMPLESSINO". Così hai capito che tutto quello che hai spiegato non è servito a un cazzo.

scritto ascoltando "Specter at the feast", Black Rebel Motorcycle Club

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